Albano Laziale
Albano Laziale
La tradizione, confermata dall'archeologia, vuole che il nome della città di Albano derivi direttamente da quello di Albalonga. Probabilmente è proprio in questo luogo ritenuto sacro dai Romani, tra la via Appia e il lago omonimo, che sorgeva la mitica Albalonga. A ragione quindi la città può fregiarsi del titolo di "madre di Roma" e nello stemma municipale dell'icona sacra ai Latini e ad Alba: la scrofa bianca con i trenta porcellini, che nell'Eneide di Virgilio apparve ad Enea per indicargli il luogo dove avrebbe terminato il suo lungo viaggio e dato inizio con la sua gente alla futura grandezza di Roma.
Fu sede di ville di imperatori e dei massimi personaggi dell'antica Roma; Settimio Severo vi costruì nel III sec. d.C. l'imponente accampamento della Legione Partica: truppe fedeli col compito di vigilare sulla vicina Urbe. Devastata dalle invasioni barbariche, indebolita dalle lotte della Chiesa, fu nel Medio Evo proprietà dei Savelli per essere poi acquistata dalla Camera Apostolica. Nel corso del '700 e dell' '800 divenne meta obbligata di poeti, letterati, storici e pittori che venivano a ritrarre le attrattive della campagna romana e delle sue abitanti.
Nel 1867 subì una epidemia di colera di cui rimane ricordo nel "Cimitero del colera o degli appestati".
Siti di Interesse Giubilare
Cattedrale di San Pancrazio
La Cattedrale di San Pancrazio è uno dei principali luoghi di culto di Albano Laziale e un'importante testimonianza storica e religiosa della città. Situata nel centro storico di Albano, questa cattedrale è dedicata a San Pancrazio, martire cristiano e santo patrono della diocesi di Albano.