Genazzano
Genazzano
Genazzano è un incantevole comune situato a circa 40 km a sud-est di Roma, nell'area dei Monti Prenestini. Questo borgo medievale è noto per la sua posizione panoramica, che offre spettacolari vedute sulla valle del fiume Sacco e sui monti circostanti. Genazzano è famoso per la sua storia antica, i suoi monumenti e la tradizione artigianale, che ne fanno una meta ideale per chi desidera immergersi nella cultura e nelle bellezze naturali dei Castelli Romani.
Un po' di storia
Le origini di Genazzano risalgono all’epoca romana, quando il territorio era abitato dai Volsci, ma il suo sviluppo maggiore avvenne nel Medioevo, quando divenne un importante centro fortificato. Il borgo fu dominato da diverse famiglie nobiliari, tra cui i Colonna, che lo rafforzarono con la costruzione del Castello Colonna, simbolo di potere della città. Genazzano è anche noto per il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, meta di pellegrinaggi e centro di grande devozione popolare. Nel corso dei secoli, il paese ha conservato intatta la sua struttura medievale, con vicoli suggestivi, piazze caratteristiche e chiese storiche che testimoniano il ricco passato culturale e religioso della zona.
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Santuario della Madre del Buon Consiglio
Il Santuario si trova nel cuore del bellissimo borgo di Genazzano, luogo natio di Papa Martino V Colonna. Al suo interno è custodito un preziosissimo affresco della Madre con il Bambino, che staccatosi da una chiesa di Scutari, in Albania, il 25 Aprile 1467, accompagnato dagli angeli apparve miracolosamente sulla parete di questa chiesa, allora in costruzione.
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Chiesa di Santa Croce
La chiesa di Santa Croce si trova dentro la cinta muraria, subito a destra di "Porta Romana" in cima a una ripida scalinata. Non è noto il periodo della sua fondazione, ma si ritiene che rientrasse tra i beni dei Benedettini di Subiaco, che erano i principali feudatari delle terre laziali della Santa Sede e che, per le numerose donazioni avvenute in epoca medievale, avevano molti possedimenti nel territorio genazzanese.
La chiesa divenne cappella del nuovo ospedale fatto costruire poco dopo la metà del ‘400 da Antonio Colonna, nipote di Martino V, e rimase tale fino al bombardamento nel 1944. Ad aula unica con la parte presbiteriale rialzata e absidata, conserva all’interno preziosi affreschi riconducibili a tre diversi cicli pittorici.

Castello Colonna
A nord, su di una collina tufacea, il Castello Colonna domina su Genazzano in tutta la sua maestosità e splendore. Come testimonia il nome stesso, la sua storia è legata alla famiglia Colonna che nel corso del tempo, di generazione in generazione, grazie ad ampliamenti, modifiche e opere di abbellimento, ha trasformato il Castello da semplice fortezza difensiva in residenza padronale di grande rilievo artistico e architettonico.
Il primo documento che riguarda il castrum Genazzano risale al 10 agosto 1022 ed è un atto di donazione per la badia di Subiaco. Già nel 1053 il possedimento passò alla famiglia Colonna che vi realizza una prima roccaforte, mentre solo intorno al 1200 si avviano i lavori per adibire la struttura ad avamposto difensivo. La fortezza è infatti posta a nord e presenta due torri per meglio difendere il luogo da eventuali attacchi nemici.

Chiesa di San Nicola
La chiesa, dedicata al Santo patrono Nicola di Bari, è una delle più belle e antiche di Genazzano. Essa compare per la prima volta nelle Conventiones, ossia gli statuti del paese risalenti al 1277, insieme a San Paolo e Santa Maria.
Collocata di fronte al Castello, faceva parte del Castelluccio, di cui era la chiesa ufficiale. A questa fu particolarmente legato Papa Martino V, nato a Genazzano e probabilmente battezzato proprio in questa chiesa. Grazie alla sua opera fu elevata a Collegiata e dotata di privilegi, reliquie e rendite, e venne ampliata in forme tardogotiche, rintracciabili nei capitelli dell'abside e nel portale laterale, e abbellita con la realizzazione del soffitto ligneo policromo e della spettacolare pavimentazione cosmatesca nella quale possono essere rintracciati frammenti di lapidi antiche e sepolcri medievali. Tra le lapidi murarie si distingue quella di una principessa gota, Flavia Amalafrida Theodinanda, relegata in esilio in una villa di Genazzano.

Ninfeo del Bramante
Tra i monumenti più affascinanti di Genazzano vi è il “Ninfeo”. All’inizio del Cinquecento, i Colonna concepirono l'idea di realizzare un giardino nella valle di Soglia, dove avevano proprietà di diretto dominio e dove scorreva il Fossato, fiancheggiante la via pubblica che da Genazzano conduceva fino a Paliano.
Nel giardino erano presenti un lago e un Ninfeo. Sono stati infatti individuati quattro gradoni che avrebbero articolato il lago in più specchi d'acqua su tre livelli; il primo si trova all'altezza del Ponticello sul Fossato, a monte del Ninfeo, il secondo e il terzo all'altezza dei fianchi del Ninfeo, il quarto corrisponde alla diga esistente a sud del Ninfeo, nominata nei documenti come Muro Lungo.

Chiesa di San Paolo Apostolo
La chiesa sorge sulla piazza G. E. D'Amico un tempo Piazza Reale.
Chiamata nelle antiche visite pastorali "Colleggiata Primaria Maggiore e Matrice", la chiesa di San Paolo Apostolo è probabile che sia stata eretta nel XIII secolo. Notizie certe esistono solo dal 1277 nelle Conventiones, dove uno dei testimoni dell'atto è Giacomo Gallinella, arciprete di San Paolo. Nell'anno 1356 Pietro di Giordano Colonna assegna la chiesa ai sacerdoti secolari. Il 10 settembre del 1480 Imperiale, moglie di Antonio Colonna , nel suo testamento lascia alla chiesa vari beni.
In quell'anno la chiesa non possedeva l'aspetto attuale e probabilmente non era dissimile da Santa Maria del Buon Consiglio e da San Giovanni, prima dei rifacimenti tardobarocchi e neoclassici, come ricorda il Senni, storico locale. La pavimentazione è in marmo bicolore ed è rialzata rispetto all'ingresso cui si collega mediante una scalinata sormontata dalla cantoria dell'organo; finti marmi con stucchi compongono la pesante decorazione che nel coro tenta di dare l'illusione prospettica di profondità. Il campanile cosmatesco a torre quadrata è marcato nei quattro ordini di celle trilobe da modanature di mattoni e modiglioni marmorei.
L'edificio ha subito una ristrutturazione nel secolo XVIII che, pur risparmiando la torre campanaria, ha alterato l'aspetto dell'originario complesso di epoca romanica. Vennero erette due navate laterali e la sacrestia addossata al campanile, utilizzando i fondi delle confraternite genazzanesi. Una lapide posta sulla porta maggiore ne ricorda i lavori.
Nel 1829 la facciata fu ristrutturata e venne creata una grande cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Nel 1889, su commissione del parroco Mons. Serafino De Bellis il pittore Prof. Cesare Caroselli diresse la decorazione della chiesa e dipinse la Gloria del presbiterio. L'organo di grande valore è invece del signor Malvestio di Padova.
Tra le opere presenti nella chiesa vanno ricordate: un'edicola marmorea del 1512, un fonte battesimale del secolo XVI; la pala dell'altare maggiore con Maria, San Pietro e San Paolo; i Santi titolari della chiesa rappresentati in busti marmorei del secolo XIV, posti in facciata, in altri due busti del secolo XIII posti sotto l'edicola del 1512, e ancora da altri due posti sull'arco di trionfo.
Peculiarità della chiesa è la decorazione sobria, seppur ricca di marmi e variopinti, e l'arco trionfale che riecheggia, nel motivo della serliana, il Ninfeo Bramantesco, parte del giardino colonnese posto fuori le mura di Porta Romana, nonché le serliane del tiburio della chiesa della Maddalena di Capranica Prenestina, anch'esso attribuito al Bramante.

Parco degli Elcini e Acquedotto
L’area del Parco degli Elcini è legata al complesso del Castello Colonna. Nel cortile di quest’ultimo si trovano un pozzo e una fontana ottagonali, di periodo rinascimentale, voluti da Filippo Colonna. Entrambe le strutture ricevevano l’acqua dall’acquedotto romano, i cui resti permangono ancora nell’attuale giardino comunale, una volta parco privato della famiglia e concesso poi in affitto come terreno agricolo nel 1800.
La storia dell’acquedotto è legata anch’essa, come il Castello, alla famiglia Colonna che nel corso del tempo, grazie ad ampliamenti, modifiche e opere di abbellimento, ha trasformato il Castello da semplice fortezza difensiva in residenza padronale di grande rilievo artistico e architettonico.
Già nel 1053 il possedimento era tra i beni della potente famiglia e il parco era considerato il giardino della famiglia. Nel lato occidentale del Parco degli Elcini sono ancora visibili i resti dell’antico acquedotto romano, fatto ricostruire da Filippo l Colonna, duca di Paliano, per fornire acqua al Castello. La parte terminale dell’acquedotto, utilizzato anche come ponte per l’accesso al castello, venne distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra. L’acquedotto fu poi ricostruito, a una sola campata e in cemento armato, dal Genio Civile.
L’antico acquedotto convogliava le sorgenti di Colle Sant’Andrea fino alla fontana del Palazzo, dove tutta la popolazione poteva attingere.
E’ Dimora Storica della Regione Lazio.

Porta Romana
La Porta è detta “Romana” in quanto entrata principale al borgo provenendo da Roma. E’ il primo accesso al paese dal basso ed è sormontata dallo stemma di Genazzano in cotto rosso.
Risale all’epoca medievale, con tipico arco a bugnato e merlatura ghibellina, ed è protetta da un grande torrione poligonale che cinge l’area dell’antico cimitero, che si trovava al fianco della vicina Chiesa di Santa Croce. Sul lato destro insiste un baluardo circolare scarpato che, al pari della stessa porta, venne restaurato a seguito dei pesanti bombardamenti del 1944. Vicino alla Porta, nei pressi della bella fontana sono ancora visibili i resti dell’accesso secondario dell’antica Porta Portella.

Palazzo Apolloni
Nell'edificio gotico in stile aragonese la tradizione ha voluto riconoscervi la casa natale di Papa Martino V, ma stilisticamente è riconducibile almeno a un ventennio dopo la morte del pontefice, con modelli rintracciabili nel Regno di Napoli con cui i Colonna avevano stretti legami.
Molto probabilmente è stata abitazione di un nobile cortigiano, data l'indiscutibile eleganza delle preziose finestre bifore in tufo a sesto acuto con colonnine tortili, ricche di intagli nel rosone, e il portale ad arco ribassato, cornici a dentelli, fogliami e fregi.
L'edificio è costituito da tre piani ed uno interrato destinato a cantina. Il piano terra presenta due ambienti; quello di destra destinato a cucina, l'altro probabilmente usato per l'amministrazione dell'azienda. In fondo all'atrio è presente la scala in pietra ad un'unica rampa, impreziosita da due mezze colonne in rolli, sormontate da capitelli che portano l'arco a tutto sesto lavorato. Il piano superiore è composto da un salone di rappresentanza, ornato da un camino, da cui si accede ad una stanza forse camera da letto del proprietario.
L'ultimo piano, probabilmente usato dai familiari, ha ad ovest un ambiente di servizio e una loggetta che esce sul vano scala. Passato di proprietà alla famiglia Apolloni, l'edificio cosiddetto "Uditorato", fu sede del Tribunale del Barone.
Nel 1910 il Palazzo fu acquistato dal Cardinal Vincenzo Vannutelli che ne commissionò il restauro all'architetto Giovenale, il quale fondava il suo principio di restauro sulla ricomposizione dell'edificio mediante la riproduzione di elementi originali.
Pregevoli esempi di finestre bifore si possono ritrovare in altri palazzi affacciati sulla strada principale del paese, tra cui il più rilevante proprio di fronte allo stesso Palazzo Apolloni.

Infiorata
Genazzano, 50 km a sud¬est di Roma, al confine con la provincia di Frosinone, si presenta come un antico borgo medievale ricco di testimonianze artistiche e storico – culturali. Circa 6000 abitanti, tutti accomunati da una grande passione, la fantastica Infiorata che si svolge ogni anno nella prima domenica di luglio dal 1883. Non è un evento qualunque l’Infiorata Genazzano. È il cuore di un paese portato nelle vie e per le piazze, è la cultura e la tradizione messe in scena dai nonni con l’aiuto dei figli e dei nipoti, è il passato, il presente e il futuro che lavorano fianco a fianco.
Le origini di questa festa risalgono al 1883 ma altre fonti stabiliscono la prima infiorata, realizzata davanti alla basilica di San Pietro, avviene nel 1625 ad opera di Benedetto Drei, responsabile della Floreria Vaticana, e del figlio Pietro durante il pontificato di Papa Urbano VIII (il Pontefice che effettua la prima visita a Genazzano, al Santuario della Madre del Buon Consiglio, nel 1630). L’Infiorata non si ferma a Roma, l’arte floreale, grazie a Gian Lorenzo Bernini, principale artefice delle feste barocche, si diffonde ai Castelli Romani, poi a Genzano, Gerano, Genazzano, in Italia e nel Mondo. La settimana precedente la festa, ogni gruppo di infioratori provvede alla raccolta di fiori naturali nelle campagne e sui monti Prenestini e alla successiva selezione e separazione dei petali colorati, alla loro conservazione nelle fresche cantine di tufo, al disegno delle varie immagini rappresentate. La collocazione dei fiori è effettuata spontaneamente dai diciassette rioni suddivisi in venticinque gruppi, tutta la notte del sabato sino alle prime ore del mattino, con grande partecipazione degli abitanti e degli stessi visitatori, assumendo la sua variopinta fisionomia; tematiche sacre e soggetti di attualità.