Montelibretti

Montelibretti

Il Comune di Montelibretti conta una popolazione di circa 5.400 abitanti e sorge a ridosso della via Salaria, incastonato in un contesto naturale unico tra la natura del Parco Regionale dei Monti Lucretili ed il fiume Tevere. Il suo territorio è molto vasto e comprende la zona della Tenuta, la frazione di Borgo Santa Maria ed una parte di Passo Corese dove è presente il nodo di scambio denominato “Fara in Sabina - Montelibretti”, nonché un’area adibita a parcheggi, denominata
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Siti di Interesse storico religioso

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Chiesa Beata Vergine del Carmine

Il 15 luglio 1775 all’interno della chiesetta rurale dedicata alla Beata Vergine del Carmine venne celebrata la prima messa. Essa fu fatta costruire per la comunità monteflaviese residente nei Casali di Montelibretti da Teofilo Petricca affinché i fedeli potessero assistere alla S. Messa senza doversi recare nella distante chiesa di San Nicola di Bari o nella più lontana chiesa di Monteflavio. Le dimensioni iniziali erano di palmi 35x25.

Successivamente la chiesa fu ampliata con una nuova costruzione delle dimensioni attuali.

Fu inaugurata dal Cardinale Serafini nell’Ottobre del 1893 e fu elevata a Parrocchia il 14 Ottobre 1914.

Alla fine degli anni ’70 fu ristrutturata e perse il pavimento originale, furono rimossi i 6 altari laterali, vennero sostituiti l’altare maggiore ed il tabernacolo e furono demolite le massicce colonne e le volte, fu asportata l’originale fonte battesimale e demolito il soppalco ottocentesco dove era collocato l’organo.

Nei primi anni duemila sono stati aggiunti degli affreschi ad opera dal maestro d'Arte Giovanni Rainaldi.

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Monumento al garibaldino

Nel 1867 Montelibretti fu teatro di aspri combattimenti tra garibaldini e truppe pontificie nell’ambito della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma.

Montelibretti infatti, aveva grande importanza strategica perché controllava l’accesso alla Città Eterna sulla via Salaria e sulla via Nomentana.

Il monumento insieme ad altre lapidi sulle mura del Castello ricorda gli episodi e i caduti del 1867.

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Chiesa di San Francesco d'Assisi

Questa chiesa, situata nella zona centrale di Albano, è un altro importante punto di riferimento spirituale. Costruita dai francescani, è un luogo di preghiera e meditazione, con una forte connessione con la tradizione francescana. Durante i periodi giubilari, la chiesa ospita eventi e celebrazioni speciali.

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Palazzo Barberini, già castello Orsini

(a pianta quadrata e con torri cilindriche, sorto nel Seicento, su un più antico castello degli Orsini)

Intorno al 700 circa d.C., durante il dominio longobardo, il territorio divenne parte del Ducato di Spoleto. Dopo la nascita dell’Abbazia di Farfa, proprio per volere del Duca di Spoleto, Montelibretti seguirà strettamente la storia e la vita dell’abbazia benedettina e di tutte le vicende legate alla lotta tra l’impero ed il papato.

Ci sono annotazioni nelle cronache farfensi, intorno al 1000 d.C., che riportano stipule di contratti tra l’Abate di Farfa ed un membro della famiglia romana dei Crescenzi avvenute nel castello di Montelibretti chiamato, a volte, castellum Britti, altre, castrum montis Brittorum o de Brectis. Quando nel 1056 d.C. il Papa Vittore II impose l’alleanza fra le abbazie di Farfa e Montecassino ed il vescovato di Ostia, allo scopo di avere un maggiore controllo sui feudatari romani, grande fu l’ostilità dei Crescenzi verso il papato.

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Parco Cavalli Bianchi e percorsi ciclo pedonali

L'area dedicata all'allevamento dei Cavalli Lipizzani, situata nella Tenuta di Montelibretti, è stata trasformata in un incantevole parco pubblico, denominato “Parco dei Cavalli Bianchi”. Questo parco è arricchito da quattro sentieri ciclo-pedonali, che offrono diverse opportunità per esplorare la natura circostante:

1. Il Percorso dei Salici (1,8 km)

2. Il Percorso del Miele (1,5 km)

3. Il Percorso del Garibaldino (2,5 km)

4. Il Percorso dei Cavalli Bianchi (5,7 km) è il percorso principale e prende il nome dai celebri cavalli lipizzani, la cui tradizione di allevamento è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO. Lungo questo sentiero, è possibile ammirare questi splendidi esemplari in libertà, simbolo della cultura e della storia locale.

Tutti questi sentieri sono pianeggianti e si snodano attraverso una campagna affascinante, che in primavera ed estate sfavilla di colori, tra fiori, erbe selvatiche e ampie distese verdi. Ideale per passeggiate tranquille, escursioni in bicicletta o semplicemente per godere della bellezza naturale del luogo.

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L’Oasi Sulfurea “Simone Agostini”

L’Oasi Sulfurea “Simone Agostini” è un luogo dove la storia si intreccia con la bellezza e ogni passo vi avvicina non solo alla meta fisica, ma anche a una profonda connessione spirituale.

Qui, tra il sussurro delle acque della sorgente naturale e il profumo di zolfo, si narra che i valorosi legionari romani trovassero sollievo dalle fatiche e dalle ferite della battaglia.

Proprio come San Francesco trovava pace nella natura, queste acque purificatrici da secoli alleviano il corpo e rigenerano lo spirito.

Lungo il vostro percorso, lasciatevi ispirare dai luoghi sacri che vi circondano e dalla bellezza della semplicità.

Questo rifugio senza tempo è un luogo dove ogni goccia della sorgente racconta un'antica promessa di guarigione e benessere.

Nel 1833 il Marocco, studioso della Sabina scriveva: " In un luogo vocabolo La Zolfa trovasi un'acqua sulfurea di cui si sente in poca lontananza il nauseante odor di zolfo che presentemente non serve ad uso alcuno, sebbene sarebbe eccellente formarvi de' bagni. All'intorno di essa si veggono ruderi di vecchie mura, che stimar debbonsi avvanzi di antiche terme, e si verrebbe di ciò in piena certezza se si eseguisse un qualche scavo.

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CHIESA DELLA MADONNA DEL PASSO

La chiesetta della Madonna del Passo, anche conosciuta come Madonna del Viandante, risale al XIV secolo. Nonostante abbia attraversato secoli di conflitti e turbolenze, come gli scontri tra gendarmi pontifici e briganti e la battaglia del 1867 tra gli Zuavi e i Volontari garibaldini guidati da Menotti Garibaldi, la chiesetta è sopravvissuta indenne fino alla seconda guerra mondiale. Tuttavia, nel 1944, durante il conflitto, l’edificio venne completamente distrutto e rimase in questo stato di abbandono per alcuni anni. Nel 1947, grazie all'impegno di Mons. Carlo Nastasio e al contributo di alcuni benefattori e volontari, la chiesa venne ricostruita. Una lapide sopra l’architrave del portone ne commemora la riedificazione.

La chiesetta presenta un profilo semplice a capanna, con un unico ingresso affiancato da due finestre laterali, e si accede al sagrato tramite una scalinata in pietra. L'interno è costituito da un’unica aula rettangolare con presbiterio rettilineo. Le pareti sono intonacate e dipinte, e la copertura a due falde è realizzata in legno e rivestita da tegole in laterizio. Al centro della parete presbiteriale si trova un piccolo affresco raffigurante la Vergine Maria con il Bambino, punto focale della chiesa. Le dimensioni dell’edificio sono modeste, con un'aula larga circa 4 metri e lunga 6. La struttura è realizzata in muratura portante composta da pietrame di cava, e la pavimentazione interna è in cotto.

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ANTICA FONTE DEL COCCODRILLO (Fonte Vecchia)

L’Antica Fonte era un luogo importante per la comunità del centro storico di Montelibretti, soprattutto per le donne che vi andavano a lavare i panni. Esse si riunivano intorno alla fonte, non solo per lavare i vestiti, ma anche per socializzare e condividere le ultime notizie del paese. La leggenda narra che nella fonte vivesse un coccodrillo, una storia che sicuramente alimentava la fantasia e il timore dei bambini e delle donne che vi si recavano. Oggi l’Antica Fonte resta una testimonianza del passato di Montelibretti, un simbolo delle abitudini quotidiane di un tempo e delle storie che arricchiscono la cultura locale.

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La Via di Francesco a Montelibretti

Cammina nella bellezza: la Via di Francesco a Montelibretti

La Via di Francesco attraversa il territorio di Montelibretti per circa 8,4 chilometri, offrendo ai pellegrini e agli escursionisti un’esperienza autentica, immersiva e ricca di spiritualità.

Un tratto suggestivo del cammino che collega Assisi a Roma, ideale per chi cerca silenzio, natura e un ritmo lento.

Il percorso si snoda tra paesaggi tipici della campagna romana: oliveti, frutteti e colline che invitano alla contemplazione e alla scoperta.

Lungo il tragitto, è possibile fare una deviazione che conduce all’Oasi Solfurea “Simone Agostini” un’oasi culturale e ambientale dove approfondire il legame tra natura e territorio.

Montelibretti accoglie ogni anno migliaia di viaggiatori che scelgono di vivere questa parte della Via non solo come un tragitto, ma come un’occasione per ritrovare equilibrio, pace e bellezza autentica.

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Chiesa di San Nicola di Bari

Nata come chiesa di Santa Maria del Castello (nel 1535), nel 1735 fu consacrata e dedicata a San Nicola di Bari.

Al suo interno troviamo dipinti e grandi tele del XVII secolo: Madonna in trono con Bambino ed i Santi Domenico e Caterina.

All'esterno, nella lunetta, sovrastante il portale, vi è un dipinto raffigurante Gesù Crocefisso, nei rispettivi lati, San Nicola di Bari e San Cristoforo; in uno dei dipinti è riprodotto Montelibretti nella prima metà dell’800.

Nella cappella dedicata a San Nicola è collocata la statua del Santo scolpita in legno di pero (oltre 500 anni fa). Nel 1671 venne edificato il campanile che sovrasta l’intero centro storico. La chiesa è costeggiata da due lunghi vicoli, uno dei quali offre un panorama mozzafiato delle colline sabine.

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